La leggenda di Suler
Nel 2010 Valeria Freiberg e Marina De Luca pubblicano il saggio “Prove per un ritratto di Suler – La leggenda di Suler” (Teatro e Storia – Bulzoni Editore), dedicato a Leopold Sulerzhitsky (o “Suler”, come Gorky lo soprannominò).
Suler morì a soli quarantaquattro anni, nonostante ciò, a cento anni dalla morte, rimane «la leggenda più luminosa del teatro russo». Suler nel teatro trova la realizzazione pratica delle sue aspirazioni, dei suoi ideali.
Decisivo l’incontro con Stanislavskij, con il quale pubblica Il dramma della vita, La vita dell’uomo, L’uccellino azzurro, Amleto. Ciascuna di queste messe in scena era una cima raggiunta sulla strada della ricerca dei fondamenti creativi su cui in seguito si è costruito il cosiddetto Metodo Stanislavskij.
Il metodo si basa sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell’attore. Si basa sulla esternazione delle emozioni interiori attraverso la loro interpretazione e rielaborazione a livello intimo.
Suler lavorando con i suoi allievi, cerca con tutti i mezzi che ha a disposizione di interrompere il circolo vizioso “teatrale” in cui l’attore non vede, non sente, non agisce in scena, ma recita.
Lo spettacolo che definitivamente conquista tutta Mosca e certamente “Il grillo del focolare”. Il nome di Sulerˇzickij non figura. L’adattamentoscenico del racconto e la regia sono di Suˇskeviˇc, ma senza Sulerˇzickij questa messa in scena non sarebbe mai stata realizzata.
Di seguito un estratto del volume