Arnaldo Ninchi
Merita di essere ricordato il fondatore dell’Associazione Ariadne, Arnaldo Ninchi (Pesaro, 17 dicembre 1935 – Roma, 6 maggio 2013) che è stato un grandissimo attore, regista, pedagogo teatrale italiano. Fu un appassionato interprete del teatro di Pirandello. Ha avuto anche una lunga carriera cinematografica (memorabile il ruolo del boia nella pellicola “Magnificat” di Pupi Avati del 1993), dii sceneggiati televisivi e come doppiatore).
Vogliamo ricordare e rendere omaggio ad un vero Attore, ad un vero Artista che faceva parte di una dinastia d’arte. Annibale, Carlo, Ave, Alessandro, Arnaldo… i Ninchi sono, accanto ai De Filippo, la più nutrita dinastia di teatranti in Italia. Il rapporto tra la famiglia Ninchi e la professione dell’attore si protrae infatti da più di cento anni e ha coinvolto già tre generazioni.
La carriera del capostipite, Annibale (1887-1967), lo colloca di diritto tra i grandi attori tragici del Novecento. A ricordarlo c’è stata una bella rassegna retrospettiva della Cineteca nazionale (CSC Centro Sperimentale di cinematografia) intitolata “Un vizio di famiglia: i Ninchi e il cinema” (Sala Trevi di Roma, 2017) la cui idea era partita dalla suggestione di una vecchia e sfocata fotografia dei primi anni ’60, che ritraeva i Ninchi tutti insieme. Arnaldo Ninchi, in gioventù muove i primi passi in campo sportivo presso il Club Scherma Pesaro; quindi gioca pallacanestro nella Victoria Libertas Pesaro ed a 17 anni gioca in nazionale.
Nel 1959 si diploma all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’amico e inizia a recitare sui palcoscenici teatrali; all’inizio agisce nelle compagnie teatrali più famose: il Teatro Popolare Italiano di Vittorio Gassman, la compagnia Proclemer-Ferrero, la Compagnia dei Quattro, la Compagnia di Salvo Randone e quella De Lullo-Falck-Valli-Albani, portando in scena “Adelchi”, “Edipo Re”, “Santa Giovanna”, “Andorra”, “La bisbetica domata”, “Enrico IV”, “Le tre sorelle” e “Il gioco delle parti”.
Nel 1969 fonda la storica compagnia “Sociale“, che ha intrattenuto ed affascinato per lunghi anni le platee italiane e non solo. Nel 2004 la compagnia “Sociale” diventa “Associazione Ariadne” lasciando immutato, però, l’animo stesso dell’impresa iniziale, l’emozione per il teatro e la grande attenzione per il proprio pubblico. In palcoscenico porta opere come: “O di uno o di nessuno”, “Sogno ma forse no”, “Cecè”, “Non si sa come”, “Ma non è una cosa seria”, “L’uomo, la bestia e la virtù”, ancora un “Enrico IV”, “Jacques o la sottomissione”, “In principio”, “Gli innamorati”, “Ricorda con rabbia”, “Il filantropo”, “Le mani sporche”, “Più che l’amore” e “Due dozzine di rose scarlatte”. Poi per la Rai realizza un ciclo di tre commedie del Teatro di Eduardo, Lo ricordiamo come un personaggio controverso, complesso e, nonostante le apparenze, molto introverso, ma incredibilmente generoso e dedito al Teatro.
Presso il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova è conservato un fondo archivistico dedicato ad Arnaldo Ninchi, con documenti che riguardano la sua lunga ed incredibile carriera artistica. All’artista Maricla Boggio ha dedicato il volume “Arnaldo Ninchi. La passione teatrale” (Metauro 23 dicembre 2016).
I valori, la passione e la dedizione per il teatro sono rimasti intatti ed immutati nell’Associazione Ariadne, che prosegue sulle orme di Arnaldo, onorandone la memoria, il ricordo, l’insegnamento.
Crediamo che ci siano molti attori, registi, produttori italiani a cui ha trasmesso la sua arte e che gli debbono carriera, professionalità, fiducia nelle proprie forze. Tra questi anche noi!